Sarà che la vita sta diventando sempre più frenetica, sarà che stiamo invecchiando, ma l'anno sembra durare sempre di meno e rieccoci improvvisamente, ancora una volta, alle porte del Natale! Ecco, nella foto in alto, il presepe, dell'Alessi, di Italia 500: poca cosa rispetto ai presepi alla cui costruzione, o preparazione, partecipavamo dando una mano a papà o al nonno, facendo razzia di muschio nei dintorni, posizionando e riposizionando statuine, costruendo e dipingendo la casetta per la pescivendola, ma simpatico lo stesso, a cui aggiungiamo ogni anno una statuina o due - quest'anno è toccato a Cappuccetto Rosso e al Lupo, dall'aspetto non tanto cattivo! Per capire un po' come viene celebrato il Natale in Italia eccovi un bel video di Rick Steves; parte di un podcast di Eye on Italy [che potete trovare su iTunes] dedicato al Natale in Italia che include numerosi consigli per coloro che si recheranno a Roma, ed in Italia in genere, durante il periodo natalizio; ed infine, un'intervista del 2008 del simpaticissimo Tony Tardio al simpaticissimo autore di Head Over Heal, Chris Harrison, in cui Chris racconta la sua esperienza del Natale in Italia. In effetti abbiamo pubblicato in basso due versioni dell'intervista a Chris: la prima riporta la parte dell'intervista che tratta prettamente del Natale in Italia; la seconda versione riporta l'intervista per intero in cui, oltre al Natale, Chris parla anche della nascita di sua figlia Sofia, e della persona più temuta al mondo dai mariti italiani: la suocera!
Uscendo fuori tema per qualche minuto, avendo menzionato la suocera, ecco uno spezzone, terribilmente "politically incorrect" ma davvero molto buffo, di un documentario del 1997, The Essential History of Italy, di Richard Denton, in cui il grande Dario Fo parla del rapporto tra le donne e gli uomini italiani:
Tornando al discorso del Natale, vogliamo riprendere alcuni temi legati al Natale in Italia che sono stati menzionati nel video di Rick Steves e nei podcast in alto: le canzoni di Natale (Christmas Carols); i zampognari; il presepe (o presepio); ed infine, il panettone e il pandoro! Cominciamo con le canzoni di Natale.
Le canzoni di Natale dei paesi anglofoni sono molto popolari anche in Italia - noi da bambini, impazzivamo per Jingle Bells - sia nelle versioni in lingua inglese che in quelle in lingua italiana. Ma c'è una canzone di Natale popolarissima che è prettamente italiana: Tu scendi dalle stelle, di Alphonsus Maria de' Liguori, composta nel 1732! Eccone una versione bellissima cantata dal compiantissimo Luciano Pavarotti:
La zampogna è uno strumento a fiato simile ai bagpipes e lo zampognaro è colui che suona la zampogna. Per molti Italiani, il po' stonato (non ce ne vogliano gli amanti della zampogna) ma molto amato suono di questo strumento annuncia l'imminente arrivo del Natale. Ecco un ottimo articolo tratto da Italy Magazine che ci spiega chi sono gli zampognari:
The Zampognari – Welcome visitors at Christmas
As we approach the Feast of the Immaculate Conception holiday on the 8th of December, when Italy officially gets ready for Christmas, people in many parts of the country will be eagerly awaiting the appearance of the zampognari or bagpipe players. The zampognari were originally shepherds who came down from the hills at Christmas to celebrate with their families and entertain people at various shrines but now they are often men who work in cities but whose families have a zampognaro tradition. The players derive their name from their instrument, the zampogna, which in turn is a corruption of Greek simponia, meaning single reeds. This instrument is a kind of double chantered pipe but some of the zampognari play the piffero - ciaramella or ciaramedda in dialect - a kind of oboe, instead. Each pipe is tuned differently according to the tradition in the area where the players come from. The reeds are traditionally made from the giant reed canna marina although some are made from plastic these days and the bags are traditionally made from goat hide or sheepskin but again, synthetic materials are now often used . The pifferi are made from the wood of olive or plum trees. All zampognari still wear traditional dress. No one is sure about where the zampognari tradition exactly began: some argue for Abruzzo or Molise, others for Rome and still others for Sicily. The zampogna tune, Quando nascette Ninno [“When the Child Was Born”] is the original version of Italy’s favourite Christmas carol, Tu scendi dalle stelle [“You Come Down from the Stars”]. Of course, the zampognari play many other traditional melodies as well and some of these extol the beauty of Italy’s various regions. The tunes are joyful and make people want to tap their feet or get up and dance. Where will you find the zampognari this Christmas? Although people are worried that the tradition is dying out, it is very much alive in Abruzzo, Molise, Lazio, Sicily, Campania, Basilicata and Calabria. They often appear where there are grottos or at Christmas and open air markets and you will see them in the streets of Rome. Children, in particular, love the zampognari but they make everyone happy by wishing them a Buon Natale and offering them the gift of friendship. And if you want a souvenir, you will often see zampognari figurines in Christmas cribs. Look out for the zampognari if you are going to be in Italy between now and Christmas, especially on the 8th of December and on Sundays!
Ed ecco i due bei zampognari, Alvaro Zampognaro e Gennaro Pifferaro, del nostro presepe:
E in basso, Tu scendi dalle stelle nella versione degli zampognari:
Per concludere il tema degli zampognari, setacciando YouTube, ci siamo imbattuti in questo documentario bellissimo: Zampogna: The Soul of Southern Italy, di David Marker. Eccolo:
Ed ora, parliamo del presepe, o presepio. Innanzitutto, qual'è la differenza tra presepio e presepe?
Altri si sono posti la stessa domanda ed ecco sia la domanda che la risposta tratto dal sito genio.virgilio.it: Domanda: "Presepe" o "presepio": qual è la forma più corretta in italiano? Esistono delle differenze tra i due termini? Mentre stavo preparando il presepe a me e mia sorella è sorto un dubbio: «ma stiamo preparando il presepe o il presepio?». E' una curiosità sulla lingua italiana che ci è venuta in mente poichè io uso la prima forma ed invece lei la seconda ma quale delle due è effettivamente quella corretta? Esiste una differenza tra "presepe" e "presepio"? Oppure è corretto usare entrambe le forme?
Ma che cos'è il presepe, o presepio? Ecco la definizione del Treccani:
Nell’uso comune, rappresentazione plastica della nascita di Gesù che si fa nelle chiese e nelle case, nelle festività natalizie e dell’Epifania, riproducendo scenicamente, con figure formate di materiali vari e in un ambiente ricostruito più o meno realisticamente (talora anche anacronistico), le scene della Natività e dell’Adorazione dei Magi.
Ed ecco come Martha Baarkerjian ci descrive sia "il presepe" che "il presepe vivente" sul sito goitaly.about.com:
Italian Christmas Cribs, Nativity Displays and Presepi in Italy
Il presepe si prepara dappertutto in Italia ma la città maggiormente associata alla tradizione presepiale è Napoli grazie all'altissima qualità artistica, e al realismo straordinario, raggiunto dai presepisti napoletani tra '600 e il '700. Infatti, durante questo periodo, alla rappresentazione della natività vennero progressivamente aggiunti luoghi e personaggi tratti dalla quotidianità, dalle strade e dalle piazze della città, dagli strati più umili della popolazione, come osti, calzolai, tavernari, vagabondi, nani, resti dei templi greci e romani della zona napoletana, e cibi di ogni specie: carni in quasi ogni taglio immaginabile, salsicce, banchi pieni di pesce, cesti di frutta, formaggi; insomma tutti gli alimenti sognati da popolino. Inoltre, nel Settecento il presepe uscì dalle chiese ed entrò per la prima volta nelle case dell'aristocrazia e del ceto medio più ricco, dando vita ad una vera e propria competizione per avere il presepe più bello e scenografico, al quale lavorarono spesso grandi artisti e scultori. Vi raccomandiamo d leggere l'articolo di wikipedia dedicato al Presepe napoletano che è davvero ottimo. Ecco in basso un brano tratto dal libro di Harold Acton, The Bourbons of Naples, del 1957, che ci presenta il personaggio singolare di padre Rocco e spiega per quale motivo il presepe divenne così popolare nella Napoli del '700 (il ritratto in basso, dal naso inconfondibile ereditato dalla mamma, Elisabetta Farnese, è di Carlo di Borbone, re di Napoli dal 1735 al 1759):
King Charles's passion for building was not consummated with Caserta. He also wished to build a colossal palace for he poor, and Ferdinando Fuga was commissioned to start work on the Reale Albergo dei Poveri in 1751. The actual building, of which the front is 354 metres long, only represents half the original project, as the work on it was interrupted periodically until 1829. Here vagabonds and helpless orphans, the unemployed and unemployable, were to be housed, fed, educated and, if possible, converted into useful citizens.
Ancora due "fuori tema". Si dà il caso che alla Art Gallery of Victoria, a Melbourne, è esposto un ritratto, recentemente acquistato dalla Galleria, dipinto da Anton Raphael Mengs, del 1774 circa, che raffigura Luigi Antonio, il fratello più giovane di Carlo re di Napoli, il cui naso è identico a quello del fratello, anzi, sembrano gemelli!
L'altro "fuori tema" è un piccolo approfondimento a proposito del sistema d'illuminazione stradale introdotto a Napoli grazie a padre Rocco, tratto da un interessante articolo in rete, Le origini dell’illuminazione pubblica in Italia. In basso troverete anche l'immagine che accompagna la parte dell'articolo dedicato a padre Rocco, che raffigura una delle edicole illuminate volute da padre Rocco, ed è assolutamente affascinante: notate gli ex voto anatomici a sinistra!
Provvedimenti ancora più solleciti si registrano a Napoli dove fin dal 1770 il governo ordina che tutti gli edifici pubblici, i Banchi, i palazzi dei ministri, degli ambasciatori e dei nobili di grande casato, tengano fanali accesi di notte davanti alle porte e agli angoli delle strade; in seguito ne viene collocato un centinaio lungo la strada di Forcella. Ma si tratta di un’illuminazione di breve durata in quanto le luci vengono presto abbattute da malviventi che necessitano del buio per poter svolgere le loro illecite attività. Per ovviare a questo grave inconveniente si racconta che padre Gregorio Maria Rocco (1700-1782), ottenuta la licenza dal re, inizia a disporre nei punti più trafficati, e in apposite nicchie, 300 copie di un quadro raffigurante la Vergine e 100 figure del Cristo montate su altrettante croci di legno: da quel giorno si registra una vera e propria gara da parte dei fedeli per mantenere continuamente accesi, sia di giorno che di notte, due fanali ai lati di ciascuna raffigurazione sacra. Con questo espediente Napoli riesce finalmente ad essere illuminata, persino nei vicoli in precedenza troppo bui e pericolosi.
Tornando al discorso del presepe, in particolare quello napoletano, ecco due video: il primo, bellissimo, è del Carnegie Museum of Art, che ogni anno, durante il periodo natalizio, allestisce il presepe napoletano facente parte della collezione del museo; il secondo è dedicata a una mostra di presepi napoletani tenuta a New York, nel 2008 - molti belli gli interventi dei due "Mastri presepai" a partire da 2 minuti e 30 secondi del filmato:
Tappa obbligatoria per chi si reca a Napoli è la visita a via San Gregorio Armeno, la celebre strada degli artigiani del presepe, dove troverete, oltre alle statuine classiche, anche quelle di personaggi famosi della politica, dello spettacolo, della televisione, dello sport, della cultura, o che hanno fatto notizia. In basso, vi proponiamo tre video che ci portano alla scoperta di questa strada molto suggestiva e, nel terzo video, vedrete, tra le tante statuine, quelle davvero bruttine della povera Kate Middleton, e dei poveri George e Amal!:
Gli australiani, per usare le definizioni dello scrittore Luciano De Crescenzo, sono sempre stati "alberisti" piuttosto che "presepisti", quindi siamo rimasti di stucco stamattina quando abbiamo visto l'articolo dedicato al presepe ne The Australian. Eccolo:
Making a scene with presepio nativity figures
Giacché abbiamo menzionato Luciano De Crescenzo e la sua suddivisione degli esseri umani tra "presepisti" ed "alberisti", ecco un bel brano, molto divertente, tratto dal romanzo Così parlò Bellavista, del 1977, in cui si parla appunto del presepe. Alcune parti del dialogo sono in napoletano ma non preoccupatevi!, abbiamo inserito la traduzione in italiano accanto alle frasi e parole napoletane. Il brano è seguito da un breve video tratto dal programma Tg3 Bell'Italia, del 1999, in cui De Crescenzo parla di che cosa? Esatto, del presepe:
≪A proposito di Natale, io e il barone abbiamo cominciato a fare il presepe come tutti gli anni e ci sono voluti due giorni solo per aprire tutte le scatole dei pastori, levare la polvere ed incollare con la colla di pesce braccia e gambe spezzate.≫
Adesso parliamo del panettone, il dolce natalizio milanese che ha conquistato l'Italia e tutto il mondo, infatti lo si trova anche da Woolworths e Coles anche se noi lo, o meglio, li compriamo ad Haberfield. Ecco la definizione di panettone del Treccani:
panettóne s. m. [adattam. del milan. panattón, der. di pane]:
Ecco dei video che parlano appunto del famoso panettone spiegandone il metodo di preparazione e la sua storia origine:
In questo brano interessantissimo tratto dal libro Delizia: The Epic History of the Italians and Their Food, del 2007, John Dickie spiega come in Italia vige il culto del cibo "genuino" anche se non è sempre chiaro cosa s'intende per "genuino", e vige una costante nostalgia per la cucina dei tempi passati, ovvero per la cucina della nonna. Abbiamo inserito il brano in questo articolo di blog perché il signor Dickie accenna anche al panettone! Alla fine dell'articolo troverete un breve filmato tratto da Viaggio nella Valle del Po, alla ricerca dei cibi genuini, il documentario menzionato da Dickie. Purtroppo non siamo riusciti a trovare in rete il segmento dove Mario Soldati si reca alla fabbrica di formaggi vicino a Lodi, ma abbiamo incluso un segmento dove Soldati visita una fabbrica di mortadella e di prosciutto cotto che rende altrettanto bene la perplessità di Soldati, che nonostante ciò fuma tranquillamente! Eccoli:
Italian food conservatism expressed itself in other ways. One of the most influential was nostalgia. In the very years when they were taking their first steps as consumers, Italians also discovered that the authentic ingredients and dishes of days gone by were an endangered treasure. Just as hunger was disappearing from the peninsula, Italians were told that good food was a thing of the past.
Sempre a proposito del panettone, ecco un resoconto buffissimo sul rito del panettone a Diana San Pietro, un paesino dell'entroterra ligure, e dell'espediente adottato dalle sorelle Hawes, a cui il panettone non piace molto, per non ritrovarsi in casa decine di panettoni "aperti", e per evitare di comprarne degli altri. Il brano è tratto dal bellissimo libro del 2001, Extra Virgin: Amongst the Olive Groves of Liguria, di Annie Hawes:
I don't know about the rest of Italy - I hear it's different in the South - but here people seem to have used up all their culinary inspiration on the savouries and have none left over for the sweet stuff. The favourite local pastry, over which our friends here go into delirium, is a thing called the crostata, a close relative of the jam tart, but rather more like the bits of leftover pastry our granny used to spread thinly with jam and bung into the bottom of the oven for us kids so it wouldn't go to waste. I daresay if this is all you're used to in the way of baked sweetmeats, panettone isn't too bad. Maybe, but we can't keep up with the steady influx of the things, and by the sixth or seventh day of Christmas the boxes of half-eaten panettone sitting about the place have begun to mount up disturbingly. Even more annoyingly, since you can't go to anyone's house without one, we keep having to go and buy more of the things into the bargain. In desperation we come up with a cunning plan: we'll recycle them. As each new one arrives, we pop it, still in its huge box, on to the shelf with its friends and relations, and offer chunks from an earlier one instead. Now we can take the unopened ones with us on our own calls, dramatically reducing the backlog and concealing our ungratefulness at a stroke. Clever.
E, per finire, e per la gioia dei maschietti, ecco Nigellissima: An Italian Inspired Christmas, del 2012, in cui la meravigliosa Nigella Lawson prepara un budino a base di panettone e tanti altri piatti d'ispirazione italiana, il tutto inframmezzato da scene girate in una Venezia invernale assolutamente stupenda. Eccolo e buon Natale e felice anno nuovo a tutti gli amici e studenti di Italia 500!!!
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AuthorAt Italia 500 we've been offering Italian courses, in Sydney, since 1995 and one of the most beautiful aspects of learning Italian is that it opens the door to a culture of unrivalled richness and diversity. In this blog we'll be sharing some of our favourite books, movies, places in Italy to visit, music, links to podcasts, information about local and international Italian themed events, and the odd "personal" view, in the hope that it will encourage you to delve further into a culture which continues to inspire us and millions of people all over the world. Archives
April 2021
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